Palazzo Reale. Da martedì 8 ottobre in sala delle Cariatidi "Baj chez Baj", retrospettiva dedicata a Enrico Baj a cent'anni dalla nascita

Palazzo Reale. Da martedì 8 ottobre in sala delle Cariatidi "Baj chez Baj", retrospettiva dedicata a Enrico Baj a cent'anni dalla nascita

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Milano, 7 ottobre 2024 - In occasione del centenario della nascita, Milano celebra Enrico Baj (Milano, 1924 – Vergiate, 2003), uno dei maestri della neoavanguardia italiana e internazionale, con un’ampia retrospettiva in Sala delle Cariatidi, studiata per ripercorrere tutti i temi e i soggetti della sua lunga e poliedrica esperienza.
Baj torna a Palazzo Reale a dodici anni dall’esposizione, nella stessa sala, de “I Funerali dell’anarchico Pinelli” che, per la prima volta, saranno integrati in un percorso antologico e in un dialogo puntuale con altri lavori del maestro.
 
Promosso e prodotto da Comune di Milano-Cultura e da Palazzo Reale con Electa, curato da Chiara Gatti e Roberta Cerini Baj, il progetto conta quasi cinquanta opere selezionate in un arco temporale che dai primi anni Cinquanta giunge all’alba del Duemila, attraversando le fasi di ricerca e adesione ai movimenti del tempo: dal recupero del Dadaismo e del Surrealismo ai modi dell’arte Informale, dalla vicinanza al gruppo nordico di Co.Br.A alla genesi del movimento dell’arte Nucleare, che Baj fondò a Milano con Sergio Dangelo nel 1951. Partendo dall’astrazione gestuale degli esordi, passando per la nascita delle sue larvali figure antropomorfe e per l’eruzione delle montagne liquefatte nel corpo magmatico dei Generali, si toccherà la parodia delle invasioni extraterrestri per approdare all’esercito dei Meccano e al mondo animato delle cassettiere e dei trumeau.
 
I suoi personaggi - le Dame e i Generali, gli Ultracorpi, gli Specchi, i Mobili e i mostri dell’Apocalisse -, entrati nell’immaginario comune, animano una giostra di creature frutto dell’universo surrealista e fantascientifico dell’autore, che ha fatto dell’ironia e del grottesco il grimaldello per scardinare il conformismo borghese e schierarsi contro ogni forma di potere costituito.
La sua celebre etica del ninnolo e della passamaneria, delle nappe e dei bottoni, lucidi come mostrine sui petti tronfi dei suoi militari blasonati, sarà il filo conduttore destinato a cucire, per sezioni, i temi della poetica di Baj.
 
“Con questa importante retrospettiva, Milano rende omaggio a uno dei più grandi protagonisti della scena artistica del Novecento – ha dichiarato l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi –. In occasione del centenario della sua nascita, Palazzo Reale, confermando ancora una volta il suo ruolo centrale nella promozione dell’arte di tutte le epoche, trasforma la maestosa Sala delle Cariatidi nello scenario perfetto per restituire la grandezza e la visionarietà di Baj, offrendo ai visitatori una vera e propria immersione nell’universo creativo”.
 
Oggi stesso, alla presenza dell'assessore Sacchi, verrà apposta sui muri della casa di via Teulié 1, dove Enrico Baj ha vissuto e dove il Movimento Arte Nucleare è nato, una targa commemorativa per ricordare il grande artista milanese.
 
Il percorso espositivo a Palazzo Reale
Liberato da una rigida sequenza cronologica o di genere, il percorso si svolge con continui rimandi fra arte e letteratura, colori e parole, seguendo una sorta di sceneggiatura che, anche in sede di allestimento, suggerisce allo spettatore un tempo e uno spazio teatrali.
 
Ad accogliere i visitatori nella sala del Lucernario a ricostruzione scenografica dell'"Apocalisse", un assemblaggio di figure immaginarie e oniriche in un polittico di quasi 100 metri quadrati, allestito in altezza come a evocare un’abside e ispirato idealmente al Giudizio Universale michelangiolesco, qui punteggiato di demoni goffi e beffardi, urlanti e arrampicati fino al soffitto.
 
In Sala delle Cariatidi troveranno posto le Opere nucleari, gli Ultracorpi, le Parate, “I funerali dell’anarchico Pinelli", i Generali, i Meccano, i Mobili, gli Specchi e le Dame: Il percorso si dipana nello spazio in un crescendo di forme e dimensioni fisiche delle opere, fino a quelle più monumentali, con soluzioni progettate a misura per Sala.
 
“I funerali dell’anarchico Pinelli” (1972) rappresentano un capitolo di svolta fondamentale nel lavoro di Baj, un passaggio formale nella sua ricerca estetica in direzione di una narrazione articolata, sempre più scenografica, con soluzioni ambientali e teatrali. L’opera sarà per la prima volta integrata in un percorso espositivo grazie a un dialogo puntuale con i Generali e con la Parata a sei che, in particolare, ne è il prodromo, sia come studio ritmico della composizione formale, sia nella critica caustica a ogni forma di sopruso e militarismo.
“I funerali” tornano a Palazzo Reale, a distanza di 12 anni dall’esposizione ‘in solitaria’ in sala delle Cariatidi, in un allestimento inedito che li vedrà inseriti come un tassello fondamentale nell’evoluzione dell'opera del maestro. Accanto ai “I funerali”, alcune opere picassiane e alcune citazioni fra cui due esemplari dell’”Apocalisse” che li ricollegano idealmente alla lezione di Guernica.
 
Il viaggio nel mondo di Enrico Baj è arricchito da una geografia personale, fatta di luoghi, episodi, incontri, prevalentemente ambientati sullo sfondo di una Milano che passa dal boom economico agli anni di piombo, dai capricci della "Milano da bere" al nuovo millennio. Gli affondi intrecceranno vita e arte: dalle strade di casa, in via Teulié e nello studio in via Bertini, agli anni della formazione in Brera, dagli spazi culturali, come il San Fedele che vide la nascita della pittura nucleare, fino alla galleria Marconi, cenacolo fervido di stimoli e relazioni.
 
L'allestimento, progettato da Umberto Zanetti, ZDA Zanetti Design Architettura con la sponsorizzazione tecnica di UniFor.
 
“Baj chez Baj” è anche a Savona e Albissola, dove l’8 ottobre si inaugura una mostra dedicata all’opera ceramica di Baj in tutto il suo sviluppo storico e cronologico. La collaborazione scientifica tra Milano e Savona, tra i curatori e le istituzioni coinvolti, disegna due itinerari autonomi ma complementari, documentati nel catalogo unico, edito da Electa, nel quale i due percorsi espositivi si dipanano fra luoghi, forme, materiali e incontri, percorrendo l’affascinante cosmogonia di Baj.
 
In mostra a dicembre il Fondo Baj della Raccolta Bertarelli 
Anche il Castello Sforzesco partecipa alle celebrazioni del centenario della nascita di Baj proponendo, lungo il percorso espositivo del Museo delle Arti Decorative, nella sala dedicata al Novecento, una piccola ma ricercata selezione dell’ampio corpus di grafica, multipli e libri d’artista custodito dalla metà degli anni Settanta presso la Raccolta Bertarelli. Donato dall’artista stesso, il Fondo Baj ha una consistenza di circa seicento opere - cinquecento stampe sciolte, una settantina di multipli e cinquanta libri d’artista - e documenta gli sviluppi delle sue ricerche dagli inizi, negli anni Cinquanta, sino alle creazioni più recenti, con un affondo specialmente ampio per quanto riguarda gli anni Settanta.
L’assoluta varietà di tecniche esecutive e una straordinaria ricchezza dei materiali utilizzati, dalle passamanerie agli specchi, ai mattoncini Lego e al Meccano, caratterizzano questa straordinaria collezione, dove ricorrono i più noti temi trattati da Baj, in particolare "Dame" e "Generali". Completerà il focus l'opera di grandi dimensioni "Specchio", 1974, allestita nella Sala Castellana e parte della collezione di vetri artistici Bellini-Pezzoli.
 
Info su www.palazzorealemilano.it 

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Aggiornato il: 07/10/2024